Rendere potabile l’acqua dei pozzi è una necessità che deve essere soddisfatta nelle zone periferiche e nelle aree rurali di molte regioni d’Italia, senza distinzioni tra Nord, Centro e Sud.
Sono ancora tantissime, infatti, le persone che sono costrette ad utilizzare l’acqua che proviene dalle falde tramite i pozzi artesiani scavati, tendenzialmente per l’assenza della rete idrica o, talvolta, per il contributo economico richiesto dalle società di distribuzione per effettuare l’allaccio, ritenuto troppo elevato.
Non solo: sempre più spesso si decide di ricorrere all’acqua della falda a causa dei costi considerevoli di quella degli acquedotti.
Ecco perché, per evitare rischi, si impone una corretta potabilizzazione: non sono solo le condizioni della falda a influenzare le caratteristiche chimiche dell’acqua, ma anche (per esempio) eventuali infiltrazioni, che possono compromettere la sua qualità.
Prima di capire in che modo si debba effettuare la potabilizzazione, non si può che prelevare e analizzare un campione di acqua, così che lo stesso possa essere esaminato dal punto di vista batteriologico e chimico.